No, non starò qui a raccontare cazzate.
La disoccupazione è una merda e, se dobbiamo parlare di escrementi, più che De André (“dal letame nascono i fiori“) mi viene da citare Angelo Bernabucci nel film Compagni di scuola: “Famme capi’: ma che ce voi fa’ crede che la merda è bona?!”.
No, appunto, fa schifo e lo sappiamo tutti, io per primo.
La rinascita di cui parlo si basa su due semplici princìpi, che non hanno nulla di romantico/ascetico/poetico/puccipucci: la logica e la sopravvivenza.
La questione logica è molto semplice: ho studiato, mi sono preparato, ho competenze, ho un discreto curriculum, magari ho anche scelto un settore che, sulla carta, garantiva possibilità in più e, nonostante tutto, non trovo lavoro. BENE. Cioè, male, malissimo. Ma, in fondo, BENE. Perché? Perché è giunto il momento di riprendere in mano le proprie passioni.
E’ proprio qui che subentra la logica: se non trovo lavoro, tanto vale che, a parità di condizioni, invece di morire dentro e fuori, mi abbandono a quello che davvero amo fare, che farei anche gratis.
Cioè, ho fatto lavori che mi facevano schifo quasi gratis (e anche senza quasi), e mi VIETO di fare quello che mi piace gratis? E’ ILLOGICO. Semplicemente illogico.
La disoccupazione è il momento perfetto per spedire un bel po’ di vaffanculo: a chi non crede in noi, a quelli che ci pagano una miseria, a quelli che usano i nostri curriculum come carta da parati, a quelli che ci illudono e, soprattutto, ai nostri blocchi interiori che ci fanno stare così male.
Se, poi, avevi già seguito le tue passioni e ti ritrovi comunque disoccupato, vale lo stesso discorso: insisti. Appassionati ancora di più. E, se non hai una passione, trovatela.
La logica parla chiaro, non è un discorso pseudomotivazionale di quelli che vanno tanto di moda adesso. E’ semplice: meglio poveri allegri che poveri incazzati e depressi.
E qui subentra il secondo elemento: la sopravvivenza.
Ho notato su me stesso che nei momenti più bui riesco a tentare il tutto per tutto: tentativi più audaci, più leggerezza, maggiore tendenza a osare, a lanciarmi, a fare ALL-IN.
La consapevolezza di aver toccato il fondo e di non avere nulla da perdere è la più grande risorsa di cui noi disoccupati disponiamo: diventa una sorgente di creatività e di coraggio che, quando le cose vanno bene, non abbiamo.
E’ la stessa differenza che c’è tra avere la pancia piena e andare a caccia di cibo quando si è a digiuno da giorni. Quando la fame ti morde lo stomaco, ti inventi qualsiasi cosa, ti ingegni.
Dobbiamo assolutamente assecondare questa energia, è l’istinto di sopravvivenza che sta cercando per noi una soluzione. Dobbiamo fidarci della sana follia di quell’istinto che ci salverà, e ci condurrà su sentieri inesplorati, a mete che nemmeno immaginavamo.
Logica e sopravvivenza, niente favole.