Farò un test: metterò il mio curriculum in una bottiglia e la lancerò in mare.
Chissà che succede.
Probabilmente niente, ma l’idea di regalare una fisicità poetica a speranze che oggi sono confinate al virtuale mi eccita.
Così come è eccitante conoscere una ragazza dal vivo invece che su Instagram, tinder o fb. E’ il brivido del reale che irrompe nel mondo della fantasia.
Alcune volte ho fatto la mattata di bussare alle porte, come si faceva una volta, per trovare lavoro. Non mi è andata particolarmente bene: spesso, anche insistendo, parlare con i responsabili diventa più complicato che prendere appuntamento col papa.
Una volta ho dovuto attendere due mesi, con ben tre rinvii (di cui due senza preavviso) di appuntamenti già fissati.
Il più delle volte, poi, capita che ti dicano semplicemente di mandare il CV all’indirizzo preposto, quindi si torna alla casella iniziale: è il gioco dell’O.C.A. (“Occupazione Cercasi Ardentemente“).
Ho sempre avuto un debole per le coincidenze, anche se la vita mi ha più volte dimostrato dell’illusorietà del loro valore. Sarebbe affscinante, ad esempio, trovare lavoro proprio dopo aver messo il CV in una bottiglia affidata al mare.
Semmai poi vi racconto un paio di storielle che mi sono capitate in merito alle coincidenze, anche se non c’entrano niente col lavoro.
Per esempio, se dovessi vincere 100 milioni di euro al superenalotto, farei un assegno da 1 milione di euro e lo regalerei a un/a passante a caso.
Cambiare la vita della gente per caso.
Infatti mi piacerebbe fare il talent scout.
Comunque lo farò, affiderò il mio curriculum al mare. Magari ci faccio un video.
Di sicuro, invece di un lavoro, mi arriverà una bella denuncia per inquinamento marittimo. Ci sta.
Dobbiamo differenziarci. Mandare il curriculum per email non basta più. Tutti vogliono assumere qualcuno di speciale. E, in teoria, siamo tutti speciali.
E allora mandiamo il curriculum come ci viene.
Organizziamo un flash mob di curriculum.
Siate creativi. Che, detto così, sembra la rivisitazione del motto di Steve Jobs.
Ma, se si chiamava “Jobs“, ci sarà un motivo, no?