Quando leggi sulla carta gli obiettivi formativi di uno stage, rimani abbagliato da tanta benevolenza nei confronti dei giovani, da tanta attenzione dedicata al loro sviluppo e inserimento nel mondo del lavoro.
Quando poi lo finisci, lo stage, nel 90% dei casi, sei ancora più incazzato di quando eri disoccupato.
Gli stage SERVONO SOLO A SFRUTTARE LA GENTE PAGANDOLA DUE LIRE.
E va detto urlando. Sbraitando. Diventando rossi di rabbia in faccia e consumandosi le corde vocali dall’esasperazione.
Bisogna essere chiari, netti, decisi: gli stage hanno rotto il cazzo.
E ancora che parlano del reddito di cittadinanza? Io rimango basito: la questione degli stage non viene minimamente affrontata, né lontanamente accennata. Non è percepita come un problema. E’ uno scandalo, è una truffa legalizzata, è una presa per il culo.
Ho fatto svariati stage, di cui due in contesti abbastanza importanti. E NESSUNO degli stagisti è mai stato assunto. Dopo di noi, ne sono arrivati altri. E dopo di loro, ne arriveranno altri ancora.
Tutti disperati che vanno ad alimentare questa cazzo di catena di montaggio che andrebbe smontata fino all’ultimo bullone e fatta ingoiare al genio che ha partorito l’idea, e ai geni che continuano a permetterla.
Lo stage dovrebbe essere SEMPRE finalizzato all’assunzione. Per legge.
Conosco gente di 32 anni che è costretta a fare stage. Ma ci rendiamo conto?
E siamo talmente un popolo di merda che nemmeno ci ribelliamo a questo schifo.
Voi che mi leggete, che vi ritrovate nelle mie parole: ma dove siete? Ma avete visto il casino che hanno fato in Francia i gilet gialli? E noi, invece di prendere in prestito dai francesi un po’ di incazzosità e di coraggio, gli rubiamo le parole: STAGE. Così, per fare i fighetti. Perché “sfruttamento” era troppo lunga da scrivere.
Ma lo ripeto: è anche colpa nostra.