Mesi fa un ragazzo mi scrisse su LinkedIn chiedendomi di assumerlo (leggi qui), e credevo di non poter trovare un colmo più colmo di quello.
E invece ultimamente, nella mia esperienza di stage, mi è capitato di dover consolare una persona che guadagna 6mila euro al mese: si lamentava perché imprigionato in un lavoro che non gli piace.
Si è aperto così tanto con me che alla fine mi ha ringraziato per la conversazione e per il supporto.
E lì, dopo aver pensato “ma figurati, non mi devi ringraziare, il mio IBAN è…”, ho riflettuto su quanto siamo problematici, e su quanto l’insoddisfazione che oggi è così diffusa non sia solo una questione di soldi.
Guadagnare 6mila euro al mese o essere disoccupato non fa differenza, se si vive un disagio. E non è detto che la causa del malessere sia effettivamente ciò che, in quel momento, consideriamo l’origine delle nostre sventure.
Una psicoterapeuta tempo fa mi raccontava di come le persone più sofferenti che aveva in cura erano paradossalmente le più ricche.
Non sto qui a fare giri retorici: essere disoccupati è divertente quanto staccarsi un pelo dal naso, oggettivamente. Fa male allo spirito. Conosco bene tutte le sensazioni che si vivono in questa condizione, quindi è inutile tentare di indorare la pillola. Mentirei innanzitutto a me stesso.
Ma c’è da fare una distinzione tra ciò che appaga sul breve periodo, e ciò che, alla lunga, ci distrugge.
Trovare un lavoro con uno stipendio degno di questo nome, per un disoccupato è l’El Dorado. Della serie che subito dopo la firma del contratto entrano 25 ballerine brasiliane e parte il trenino BRIGITTE BARDOT AO A E I O U IPSILON.
Ma superato l’entusiasmo iniziale, se il lavoro non ci piace e non ci dà soddisfazione, alla lunga cominceremo a odiarlo, soldi o non soldi.
Anche se magari un pensierino alle ballerine brasiliane ce lo faremo sempre.
Morale della favola: puntiamo a ciò che ci piace. Sempre. Magari nel frattempo troviamo altri lavori, ma non abbandoniamo mai quello che ci piace, troviamogli sempre uno spazio. Altrimenti staremo male davvero.
A E I O CU RRI CU LUM