Fino ad oggi abbiamo sempre aspettato che qualcuno ci portasse il lavoro, lo stipendio, la gloria sempiterna, donne (o uomini), champagne, caviale, i regali di natale, i regali di compleanno, le uova di pasqua Kinder. Per farla breve: la famosa pappa pronta.
Ma c’è qualcosa che non va in questo sistema.
Oggi nessuno si fida più di nessuno, e questo vale anche nel mondo del lavoro: “potrò fidarmi di quell’idraulico?”, “non so se quell’elettricista è abbastanza bravo…”, “è esperto di comunicazione…ma come può dimostrarmelo?”.
Ecco, la chiave è proprio qui: dobbiamo dimostrare di essere le persone giuste per quel lavoro.
Dobbiamo creare le occasioni per far sì che i lavori a cui siamo interessati vengano spontaneamente a noi.
In altre parole, qualcuno deve vederci all’opera.
Questo è un passo fondamentale nella ricerca di un’occupazione: quando non troviamo lavoro il nostro cervello comincia ad attivarsi per cercare soluzioni, e cercando soluzioni impara cose nuove, e imparando cose nuove diventa più competitivo, e diventando più competitivo…che ve lo dico a fare.
Si tratta di un ribaltamento del punto di vista a cui siamo abituati. Non più aspettare ma agire, dimostrare, lottare, sporcarsi le mani, attirare invece di leccare deretani.
Essere disoccupati è l’occasione per rispolverare le armi del cacciatore, provare nuove tecniche, industriarsi per dominare il proprio ambiente.
Essere disoccupati potrebbe essere la più grande esperienza formativa della nostra vita.