
“Ci avete rubato tutto…tutto!”
“Eh, parlate facile voi, che avete avuto la strada spianata!”
“Siete solo dei bamboccioni viziati!”
“Alla vostra età ero già fuori di casa da anni!”
Queste sono solo alcune delle frasi che si sentono esclamare, con un certo vigore, dai componenti delle due fazioni contrapposte: i giovani e i vecchi. (Collocate voi le due categorie nei range di età che preferite).
Ritengo che dietro tutto questo sbraitare ci siano frustrazioni diverse che albergano negli animi di giovani e vecchi, e che poco hanno a che fare con il tema in questione, cioè il lavoro, la realizzazione, etc.
Da una parte, i giovani: l’odio verso un mondo che non ha rispettato le promesse, porte sbarrate, condizioni lavorative ridicole, totale assenza di prospettive.
Dall’altra, i vecchi: la consapevolezza che il meglio è ormai alle spalle, la difficoltà di accettare che sia ora di farsi da parte, un pizzico di senso di colpa per ciò che hanno lasciato.
Da una parte, piccoli leoncini ancora spaventati dal proprio stesso ruggito.
Dall’altra, vecchi leoni che vogliono autoconvincersi di essere ancora in grado di ruggire.
Tutti sulla stessa barca nel mare dell’affermazione.
Piccolo problema: questo vociare non porta da nessuna parte.
Ogni generazione ha avuto i suoi problemi e le sue gioie. Statisticamente ci saranno state annate e decadi migliori di altre, ma non è il caso di mettersi a fare classifiche.
Ogni generazione lavora con quello che ha, modella il proprio mondo con la materia di cui dispone. Cerca di limitare i danni.
Si culla sui regali dei suoi predecessori e cerca di correggerne gli errori.
E’ così da sempre, e lo sarà anche in futuro.
Tra giovani e vecchi dovrebbe nascere una collaborazione, più che uno scontro.
Quella a cui assistiamo è, invece, la ribellione isterica di un adolescente nei confronti di genitori da cui non si è ancora emancipato.
E i genitori, invece di fare i genitori, tornano anch’essi adolescenti e riaffermano le proprie vittorie con le classiche frasi da uomini e donne alpha “io già lavoravo/guadagnavo/avevo 5 figli/ero andato sulla luna”.
Praticamente, giovani e vecchi sono due bambini che litigano per stabilire chi è più bravo.
Ridicolo.
Vecchi: siate in pace con voi stessi per quello che avete realizzato, consci del fatto che non siete supereroi e che morirete.
Giovani: unite le forze e concentratevi sulle possibili soluzioni, consci del fatto che non siete supereroi e che morirete.
Dopodiché: sediamoci tutti attorno a un fuoco.
I vecchi racconteranno le loro storie di saggezza e i giovani ne saranno ispirati.
I giovani daranno una forma alla loro energia, e i vecchi li guarderanno con un sorriso di orgoglio e nostalgia.
Prendiamo il meglio. Diamo il meglio.