
<<Chi non lavora non fa l’amore>> si cantava un tempo.
E c’è un fondo di verità in questo.
Come vive il sesso un disoccupato? Ma, soprattutto: lo vive?
Ho riscontrato che esiste chi se ne sbatte altamente della propria condizione lavorativa ed è perennemente a caccia. Anzi, lo cerca proprio come antistress. Della serie: non lavoro, non ho una lira, ma almeno la sana ginnastica da letto non me la togliete.
D’altro canto, c’è chi, frustrato dalla disoccupazione, rinchiude la libido, volente o nolente, dentro la scatola dei biscotti della nonna. Quella che in realtà contiene la roba per cucire.
C’è poi chi ci prova, cercando di non abbattersi e di distrarsi dai pensieri negativi, ma i risultati sono scarsi. Passare dalla ricerca di posizioni lavorative ad altri tipi di posizioni può essere complicato.
E allora succede che, per l’uomo, la partner di turno può assumere le fattezze dell’addetta alle risorse umane: verificare la conoscenza della lingua e dimostrare la solidità della motivazione sono fattori che innescano un’ansia da prestazione da “le faremo sapere“.
Per la donna, le preoccupazioni da part-time verticale o orizzontale rendono problematica la sperimentazione di fantasie diagonali.
<<Chi non lavora non fa l’amore>> si cantava un tempo.
Ma chi non fa l’amore non trova lavoro lo stesso.
Quindi, nel dubbio…